martedì 29 settembre 2009

Casa natale di Leonardo Sciascia

Racalmuto,paese che l'8/01/1921 diede i natali al nostro più illustre concittadino,Leonardo Sciascia.
Abbiamo la Fondazione Sciascia,abbiamo la statua che passeggia in mezzo ai racalmutesi e tante altre cose.
Per il 20° assiversario della sua morte è venuto il Presidente Napolitano ad onorare la sua memoria....e poi?
Amsterdam,Salemi ed altri paesi hanno ricordato questo evento importante mentre noi ci siamo limitati a festeggiare il Presidente per poche ore.
In quel giorno c'èra poco Leonardo Sciascia,al cimitero c'èrano pochissime persone (lo so perchè ero lì con gli scout) più che altro è stato il giorno del Presidente...
Ma ora bando al lato politico...
C'è la casa natale di Leonardo Sciascia in vendita,perchè il comune non la compra?
O siamo davanti ad un nuovo castelluccio dove non interessa a nessuno però se viene comprata diventa la cosa più bella e voluta al mondo?
Prima di dire "Volli,Sempre Volli e Fortissimamente Volli" non sarebbe meglio prestare interesse a quella casa e comprarla?
Non mi si venga a dire che non serve,per alcuni motivi:
è pur sempre la sua casa natale,ogni personaggio importante ha la casa visitata da turisti com'è giusto che sia
arricchirebbe ancor di più il parco letterario e sarebbe una casa monumento
Potrebbe servire come museo di alcune sue cose o lasciata semplicemente come "La casa natale di Leonardo Sciascia"
C'è l'aula ma manca la sua casa natale...
Voi cosa ne pensate? è meglio che questa casa venga comprata da privati o direttamente dal comune?
Sarebbe stato bello dire al Presidente "questa casa ha dato i natali al nostro più illustre cittadino" ma siamo ancora in tempo,prima che venga comprata ed iniziano le inutili lotte pe riaverla...

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La Scinnuta

Scinninu carrittera e urdunara,
spidugliafacenni e scassapagliara.

S'arrizzolanu ddà sutta ranti ranti
cu' havi debiti,pulitici e...birbanti.

Ci scinni lu 'nfamuni e ruffianu:
iètta la petra e s'ammuccia la manu.

Va turtiannu un sciumi di cristiani,
vannu a lu Raffucu li quartari 'n-mani.

Cu' è a la gebbia,cù ìnchi a li cannola,
cu' abbrivira la mula e frisca.-Booona!-.

Sutta di lu cienziu all'ummirata
cu' picca picca ci perdi n'urata.

Tratta da "A Lu raffu E Saracinu" del poeta/scritore racalmutese Piero Carbone

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