Dopo il santo natale e la fantastica atmosfera creata a Racalmuto si ritorna alla quotidianeità...
vista la massiccia presenza di amianto del villaggio minerario un cittadino a chi si dovrebbe rivolgere per bonificare quell'area?
chi è il responsabile del villaggio?
a quanto pare è stato comprato da qualcuno che ha dato i soldi senza nessun atto scritto ma costui non si fa avanti dicendo "io l'ho voluto ed io me ne occupo" o almeno dare una spiegazione ai cittadini sui soldi sprecati e buttati per l'operazione villaggio,comprare un villaggio minerario abbandonato e poi ri-abbandonarlo non è il massimo degli affari ma alla fin fine di chi sono i soldi? nostri...
visto che non ci sono atti o altro secondo me il modo per stanare chi ha comprato è fare una piccola richiesta di bonifica dell'area conmagari una denuncia per inquinamento atmosferico allegata (ricordo che ci sono multe salate fino all'arresto per le discariche di amianto a cielo aperto)in quel caso sono sicuro che appariranno atti etc etc di questo furto alla cittadinanza tenuto per tanto tempo all'ombra...
Quanti tristi figuri ci sono che hanno o hanno avuto incarichi istutuzionali (ci sono pure ex sindaci per esempio) persone che hanno usato la politica per richiedere i favori ai potenti o gente che hanno portato racalmuto sull'orlo del baratro quando è stato da loro stessi amministrato.
Come si può avere fiducia in persone che 25 anni fa erano sindaci ed ora parlano così tanto bene di racalmuto che sembrano essere dei Lorenzo De Medici in miniatura,chiediamo a queste persone cos'hanno fatto prima di rimetterli nella strada per rifare politica,il lupo perde il pelo ma non il vizio,oltre ai lupen che ci sono nel presente mi sembra una cosa poco felice far ritornare i vecchi marpioni,che alla fine certa gente fa perdere voti e in politica si deve stare attento a questo non "ogni cristianu fa nummaru e sanzizza" oltre ad essere le persone sbagliate al rilancio sono proprio quelli che fanno vincere le elezioni all'avversario.
Alcuni di questi ci hanno dato prova delle loro intenzioni primarie giocandosi avicizie lunghe una vita per la solita politica del favoritismo e del clientelismo ed ora tutte queste persone si rivedono come i famosi condor a ruotare sulla preda(il comune) nell'attesa di banchettare,ma mi dispiace per voi i RACALMUTESI NON DORMONO COME PENSATE avete già mangiato abbastanza....
Un'ultima cosa non serve a niente portare aspre liti con apri commenti in ognidove,la gente ci conosce e di noi sanno vita e passioni(com'è normale che sia un un paese così piccolo)anzi con i buonismi si rischia ancor di più un certo disprezzo,quindi continuiamo la politica ed eliminiamo una volta per tutte quegli individui che di racalmuto hanno visto solo il denaro...
Non è sicuramente questa la politica della svolta ma è la politica del ritorno.
Cristian Alaimo,colui che Crede Ancora Nel FUTURO
Fino a quando non ci proviamo e non lottiamo per i nostri diritti non possiamo dire che "nulla cambierà". Dobbiamo solo ricordarci che il potere, nella nostra democrazia, è dato al popolo sovrano e non a chi votiamo ed innalziamo a semi-divinità... Cristian Alaimo.
lunedì 11 gennaio 2010
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La Scinnuta
Scinninu carrittera e urdunara,
spidugliafacenni e scassapagliara.
S'arrizzolanu ddà sutta ranti ranti
cu' havi debiti,pulitici e...birbanti.
Ci scinni lu 'nfamuni e ruffianu:
iètta la petra e s'ammuccia la manu.
Va turtiannu un sciumi di cristiani,
vannu a lu Raffucu li quartari 'n-mani.
Cu' è a la gebbia,cù ìnchi a li cannola,
cu' abbrivira la mula e frisca.-Booona!-.
Sutta di lu cienziu all'ummirata
cu' picca picca ci perdi n'urata.
Tratta da "A Lu raffu E Saracinu" del poeta/scritore racalmutese Piero Carbone
spidugliafacenni e scassapagliara.
S'arrizzolanu ddà sutta ranti ranti
cu' havi debiti,pulitici e...birbanti.
Ci scinni lu 'nfamuni e ruffianu:
iètta la petra e s'ammuccia la manu.
Va turtiannu un sciumi di cristiani,
vannu a lu Raffucu li quartari 'n-mani.
Cu' è a la gebbia,cù ìnchi a li cannola,
cu' abbrivira la mula e frisca.-Booona!-.
Sutta di lu cienziu all'ummirata
cu' picca picca ci perdi n'urata.
Tratta da "A Lu raffu E Saracinu" del poeta/scritore racalmutese Piero Carbone
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